Sono nato a Torino il 4 Maggio 1973, e ho trascorso in questa magnifica città tutta la mia infanzia, con l'eccezione di un breve periodo campano tra i 5 e 6 anni.
Commodore VIC-20
Il mio primo PC (avevo circa 10 anni) fu un Commodore VIC-20, con cui iniziai le prime esperienze di programmazione, da autodidatta, con il Simon's Basic, dopo aver visto il film War Games.
L'adolescenza trascorre quietamente frequentando il liceo classico Alfieri. Di quegli anni serbo dei bellissimi ricordi, con compagni di classe eccezionali con i quali siamo ancora in contatto. In particolare, devo dire, le gite scolastiche furono eventi memorabili: Budapest, Vienna, ma soprattutto Mosca e Leningrado. Vi lascio immaginare dei 17enni a Mosca nel 90.
Già a quell'epoca sono chiare le mie passioni: la lettura, l'informatica e gli animali.
L'adolescenza trascorre quietamente frequentando il liceo classico Alfieri. Di quegli anni serbo dei bellissimi ricordi, con compagni di classe eccezionali con i quali siamo ancora in contatto. In particolare, devo dire, le gite scolastiche furono eventi memorabili: Budapest, Vienna, ma soprattutto Mosca e Leningrado. Vi lascio immaginare dei 17enni a Mosca nel 90.
Già a quell'epoca sono chiare le mie passioni: la lettura, l'informatica e gli animali.
Il periodo dell'università è tormentato, in un passaggio tra Ingegneria e Informatica, per approdare poi nel mondo del lavoro.
Inizio a lavorare come programmatore (sviluppando tra le altre cose un'applicazione per la gestione delle cartelle cliniche di un ospedale di Torino), poi mi dedico alla formazione, campo per cui scopro una vera passione. Dapprima insegno pacchetti informatici di base, ma presto la mia predilezione si sposta verso i sistemi di rete, con un particolare trasporto per la gestione della sicurezza.
Nel frattempo, avendo identificato una buona opportunità, incomincio a creare una divisione specializzata nella consulenza.
Questi primi anni di lavoro sono molto particolari. L'ambiente in ExecuTrain è infatti giovanissimo, e si stringe un forte legame tra di noi. Basti pensare che si esce spesso la sera tra colleghi, e a volte la domenica mattina, dopo un sabato notte passato in giro a divertirsi, si va in ufficio per fare colazione tutti insieme. Solo oggi, con alle spalle 20 e più anni di carriera, posso apprezzare il privilegio di aver vissuto quegli anni spensierati, che hanno dato un imprinting fondamentale al mio stile manageriale:
lavorare duro, senza troppi formalismi, badando alla sostanza più che alla forma, concentrati sugli obiettivi, cercando sempre la fiducia e la collaborazione nel team, consapevoli che si è tutti nella stessa barca e solo remando all'unisono nella stessa direzione si possono ottenere i migliori risultati.
Nel 2000 lascio ExecuTrain per iniziare una nuova sfida. La società in cui approdo, DocFlow, è una piccola ma promettente realtà milanese. Avevo fatto un colloquio con loro poco tempo prima, e mi hanno chiamato in quanto cercano un Project Manager per gestire un grosso progetto in Fiat, con base quindi a Torino. La cosa mi interessa, il management mi piace, e quindi si parte per una nuova avventura!
Quello dei primi anni in DocFlow è un periodo "eroico", che allora era pesantissimo, ma oggi ricordo con piacere. Le nottate passate davanti alle console, con le guardie che passavano a vedere se andava tutto bene.
Ricordo una sera che ero in giro in moto (un custom) e hanno convocato una riunione d'emergenza a mezzanotte: mi sono presentato con il chiodo, gli anfibi e il casco.
Un'altra volta ho finito così tardi che avevano chiuso in cancelli, e ho dovuto scavalcare i cancelli per uscire. Anni duri, ma nei quali ho imparato moltissimo.
Terminate le attività in Fiat inizia la quotidiana spola tra Torino e Milano, una vita senza spazio per la noia, tra progetti sempre nuovi, trasferte, momenti di morale alle stelle e giorni di sconforto. Riesco a realizzare nel 2003 un obiettivo a cui tenevo molto: la dirigenza. Con essa arrivano nuove responsabilità, nuove sfide. La prospettiva cambia: ciò che conta non è più solo il tuo lavoro, ma anche permettere agli altri di lavorare al meglio.
nel frattempo...
Inizio a lavorare come programmatore (sviluppando tra le altre cose un'applicazione per la gestione delle cartelle cliniche di un ospedale di Torino), poi mi dedico alla formazione, campo per cui scopro una vera passione. Dapprima insegno pacchetti informatici di base, ma presto la mia predilezione si sposta verso i sistemi di rete, con un particolare trasporto per la gestione della sicurezza.
Nel frattempo, avendo identificato una buona opportunità, incomincio a creare una divisione specializzata nella consulenza.
Questi primi anni di lavoro sono molto particolari. L'ambiente in ExecuTrain è infatti giovanissimo, e si stringe un forte legame tra di noi. Basti pensare che si esce spesso la sera tra colleghi, e a volte la domenica mattina, dopo un sabato notte passato in giro a divertirsi, si va in ufficio per fare colazione tutti insieme. Solo oggi, con alle spalle 20 e più anni di carriera, posso apprezzare il privilegio di aver vissuto quegli anni spensierati, che hanno dato un imprinting fondamentale al mio stile manageriale:
lavorare duro, senza troppi formalismi, badando alla sostanza più che alla forma, concentrati sugli obiettivi, cercando sempre la fiducia e la collaborazione nel team, consapevoli che si è tutti nella stessa barca e solo remando all'unisono nella stessa direzione si possono ottenere i migliori risultati.
Nel 2000 lascio ExecuTrain per iniziare una nuova sfida. La società in cui approdo, DocFlow, è una piccola ma promettente realtà milanese. Avevo fatto un colloquio con loro poco tempo prima, e mi hanno chiamato in quanto cercano un Project Manager per gestire un grosso progetto in Fiat, con base quindi a Torino. La cosa mi interessa, il management mi piace, e quindi si parte per una nuova avventura!
Quello dei primi anni in DocFlow è un periodo "eroico", che allora era pesantissimo, ma oggi ricordo con piacere. Le nottate passate davanti alle console, con le guardie che passavano a vedere se andava tutto bene.
Ricordo una sera che ero in giro in moto (un custom) e hanno convocato una riunione d'emergenza a mezzanotte: mi sono presentato con il chiodo, gli anfibi e il casco.
Un'altra volta ho finito così tardi che avevano chiuso in cancelli, e ho dovuto scavalcare i cancelli per uscire. Anni duri, ma nei quali ho imparato moltissimo.
Terminate le attività in Fiat inizia la quotidiana spola tra Torino e Milano, una vita senza spazio per la noia, tra progetti sempre nuovi, trasferte, momenti di morale alle stelle e giorni di sconforto. Riesco a realizzare nel 2003 un obiettivo a cui tenevo molto: la dirigenza. Con essa arrivano nuove responsabilità, nuove sfide. La prospettiva cambia: ciò che conta non è più solo il tuo lavoro, ma anche permettere agli altri di lavorare al meglio.
nel frattempo...